Pellegrinaggio parrocchiale ad Assisi

Domenica 11 giugno 2017 un gruppo di persone della nostra comunità, accompagnate dai ns. sacerdoti Padre Lazzaro e Padre Agnello, hanno vissuto un’esperienza di cammino spirituale ad Assisi, ripercorrendo i luoghi dei Santi Francesco, Chiara e Damiano.

Il viaggio in pullman è stato un momento prezioso per conoscere persone, del ns. quartiere, un’occasione per raccontarsi e condividere storie di vita comune. Giunti ad Assisi, abbiamo incontrato la ns. guida Marica, che con saggezza e pazienza, ci ha condotti sui luoghi vissuti dai Santi: - prima siamo giunti alla Basilica di Santa Chiara, al cui interno sono conservate le reliquie della Santa, il crocifisso originale  che parlò a Francesco, mentre pregava nel 1120 (dicendogli: «Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina»). Quelle parole non si riferivano soltanto alla chiesetta diroccata in cui si trovava, e che in seguito riparò con le sue stesse mani, ma alla Chiesa nel suo complesso.

Dopodiché percorrendo le vie di Assisi tra i vicoli stretti, siamo giunti

alla basilica di San Francesco, divisa in Chiesa Inferiore, in stile romanico con la sua cripta in cui riposa la salma del Santo ed in Chiesa Superiore in stile gotico, ricca di affreschi di Giotto.

Dopo pranzo sempre in compagnia di Marica ci siamo recati alla chiesa di San Damiano, uno dei luoghi più sacri alle memorie dei primordi francescani, luogo dove sono nate sia la vocazione di Francesco che quella di Chiara; qui infatti il Crocifisso ha parlato al Santo e qui Chiara, presto si stabilì, con le sue seguaci “Povere Dame”, fondandovi il proprio ordine (Clarisse) e dove rimase fino alla sua morte, per 42 anni, di cui ben 28 allettata. In questo luogo Santa Chiara fece una vita di contemplazione e consumazione di se stessa, ad imitazione di Gesù Crocifisso. Abbiamo visitato i luoghi in cui le suore si riunivano in preghiera, il dormitorio comune dove in una parte di esso , Chiara morì, ed il refettorio.

Al convento di San Damiano, San Francesco, oramai cieco, compose, negli ultimi anni della sua vita “IL CANTICO DELLE CREATURE”, inno di gratitudine a Dio, ponendosi da fratello tra le creature divenute sorelle.

La giornata si è conclusa alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove i ns. padri hanno concelebrato la messa e dove abbiamo visitato la Porziuncola ( terza chiesetta restaurata da San Francesco). Nel 1216, in una visione, Francesco ottenne da Gesù stesso l’Indulgenza plenaria conosciuta come “Indulgenza della Porziuncola” o “Perdono di Assisi”, approvata dal Papa Onorio III.

Poi è stata la volta del Roseto, (tra le cui spine una notte Francesco si rotola per vincere il dubbio e la tentazione.) Secondo una tradizione - attestata già dalla fine del Duecento - i rovi, a contatto col corpo del Poverello, si cambiano in rose senza spine, dando origine alla "Rosa Canina Assisiensis", che ancora oggi continua a fiorire solo alla Porziuncola.

Infine il percorso ci ha portati al “Transito”, ove San Francesco trascorse qui gli ultimi giorni della sua vita e vi morì la sera del 3 ottobre 1226, dopo aver aggiunto gli ultimi versi al suo Cantico delle creature:

"Laudato sii mi' Signore, per sora nostra morte corporale da la quale nullo homo vivente po skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntate, ka la morte secunda nol farrà male".


E’stata una bellissima esperienza che ci ha portato in luoghi francescani così essenziali per comprendere meglio il carisma di Francesco e Chiara, un'esperienza ricca di emozioni, con un’impronta spirituale forte, da non rimanere racchiusa nell'emozionalità, un’esperienza da portare nella vita quotidiana.(Katia)

Un'esperienza che arricchisce il ns. cammino di fede, che ci aiuta ad avere fiducia e perseveranza nella preghiera e nella certezza dell'Amore di Dio verso ognuno di noi che gli “apre” il proprio cuore.(Donella)

 
Vogliamo dire grazie a Padre Lazzaro e Padre Agnello, perché la loro presenza è stata una splendida guida spirituale e fraterna e, con le preghiere e la loro premura, non hanno lasciato dubbi sulla responsabilità che abbiamo tutti, nell’impegno di essere veramente cristiani con costanza e con coerenza in ogni momento.

Grazie a chi era presente perché ciascuno ha contribuito a rendere vivace, reale e autentica l’immagine di fraternità.

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